venerdì 6 giugno 2014

Eastman Guitars - Sarzana AGM 2014

Prendo spunto da un commento di Giancarlo ad uno dei post precedenti.


Ho parlato con Frank Stevens, Sales & Marketing Director Europe (bigliettino da visita non con me ora) e gli ho fatto alcune domande di "business". Le Eastman le producono TUTTE in Cina sotto la guida e supervisione continua dei loro liutai (americani o canadesi?), comunque NON cinesi :-). Poi spediscono a due centri di distribuzione globale: uno per gli USA e ROW, l'altro per l'Europa - ad Amsterdam. Qui fanno il controllo qualita' ed il settaggio finale prima di distribuire. Quelle che non lo passano le rimandano indietro ed eventualmente recuperano le parti OK e le altre al macero. In Europa dicono di aver accorciato la filiera eliminando i distributori. Selezionano 4 max 5 "dealers" per paese i quali acquistano e rivendono presso i propri PdV o rivendono a negozietti piu' piccini. A detta del buon Frank questo permette un miglior prezzo per il consumatore. Io gli ho detto che invece permette un margine maggiore per Eastman e/o il dealer e lui si e' fatto una risatina. Gli ho anche chiesto quante chitarre vendono all'anno in Europa: circa 6000, per un giro d'affari di circa 10MEUR.

13 commenti:

  1. Dimenticavo. Frank ha oltre 25 anni d'esperienza in Sales, Marketing, project Management & Strategic planning in aziende come Line 6, Gibson, Epiphone, Key Music, Electric Instruments, Dexia, Neocraft & Taylor Guitars

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  2. Grazie Dario, questa è vera informazione! Quella di accorciare la filiera è senza dubbio una mossa giusta per tenere basso il prezzo di questi strumenti che altrimenti si ritroverebbero a concorrere direttamente con i marchi più blasonati, è altrettanto vero che permette un ricarico maggiore a Eastman, ovviamente i numeri sono molto bassi e la cosa funziona solo se serve anche a mantenere alta la qualità degli strumenti.
    Se Eastman ha collezionato buone recensioni in tutto il mondo è perché finora la qualità è stata complessivamente alta rispetto al prezzo, se aumenta i prezzi speculando sulla qualità, forte del giudizio positivo, difficilmente riuscirà a mantenere il suo appeal. Mi sembra una strategia di vendita abbastanza condivisibile per un marchio ancora in via di affermazione, certo farebbe molto piacere vederne qualcuna in più in Italia.

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    1. non credo vadano ad aumentare i prezzi, sarebbe un suicidio. sicuramente aumentano i margini, anche quelli di manovra, sia per Eastman che per i dettaglianti

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  3. Se accorciare la filiera può servire a tenere bassi i prezzi , ben venga, ma come ha detto Dario,sicuramente serve ad aumentare i margini di guadagno della Esteman, mi auguro di sbagliarmi, ma vista la reazione di Frznk, alla affermazione di Dario, mi sa che è proprio così...... :-)

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  4. Ottimo spunto di conversazione, Dario. Non gli hai chiesto quali sono quei "dealers" per l'Italia?
    Il problema di questa politica è che la "penetrazione" del marchio nei vari paesi è piuttosto marginale, almeno in Italia.
    Qui a Torino, il solito Scavino dovrebbe avere le Eastmann, ma l'ultima volta che sono passato aveva quasi niente, a parte una archtop a 7 corde.

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    1. come dicono andrea e stefano più sotto... io però credo di ricordare che Frank non si ricordasse i nomi ma face un accenno al numero... circa 4/5 per paese

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  5. io ero presente all'intervista, che nessuno ha avuto la prontezza di registrare (ehm ehm, vale a dire che io non ho avuto la prontezza etc) e devo dire che dario sulle domande ha letteralmente messo il tizio sotto torchio, tanto che alla fine il buon frank, un po' intimorito gli ha chiesto: "are you in this business too?" ;)
    frank aveva anche una lista con una serie di negozi che avrebbe voluto contattare e alla vista del famoso negozio napoletano che frequento, gli ho garantito che avrei anticipato la cosa al titolare, sperando di incuriosirlo.

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    1. faccio mea culpa , perchè c'ero anche io.... vabbè , comunque non vorrei sbagliare ancora ( e so' due !!! ) ma per Roma mi sembra abbia detto il "solito" your music. Ma è da verificare. E' parecchio che non ci vado , devo attraversare la città , trovare un parcheggio dove non ce ne sono mai , ritagliarmi qualche ora libera perchè almeno 2/3 tra una cosa e l'altra servono , insomma farei quasi prima a venire a napoli eheheheh

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    2. Sei un po` pigro!!! :-)))) io quando vado trovo sempre parcheggio proprio di fronte,, pero` un po` piu` avanti c'e` pure un parcheggio custodito a ore.... pero` te capisco, un conto e` farsi 30 minuti di Pontina, ed un'altro e` smadonnare nel traffico del centro di Roma ;-))

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    3. ahahahah, l'ho sorpreso con le mie conoscenze di "international business and economy" :-)

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    4. Ora ricordo (maledetta vecchiaia...) : il nome del negozio di Roma era sulla lista che abbiamo sbirciato con Andrea , se poi l'affare si concluderà non è dato saperlo....

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  6. Stefano, ti tranquillizzo subito. Non trattasi di vecchiaia ma di distrazioni: per tutto il tempo avevamo di fronte lo stand collings da cui ci occhieggiavano diverse chitarre da sogno. Con Mimmo che si era già lanciato in un indiavolato bluegrass su una D2H (dovrei anche avere il video)

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  7. Pare l'esatta politica di Gibson, eliminare gli importatori e rifornire direttamente i negozi autorizzati sul territorio, con servizi di favore ai cosiddetti 5-star dealers (più vendi e più ti coccolo).
    Si accorcia la filiera e ne guadagnano tutti (almeno dovrebbero), se non fosse che la qualità media di Gibson è nettamente peggiorata e alcuni piccoli dealers - come mi hanno confermato a Sarzana - lamentano forniture approssimative. In pratica se non vendi parecchio ti mandano quel che vogliono e a prezzi non poi così vantaggiosi. Speriamo che Eastman sappia fare di meglio. Di fatto allo stand di Stevens ho notato che alcuni modelli di punta, come la E20-OM, sono già passati ai manici in tre pezzi con finiture molto "cinesi". Mi puzza un po'. Speriamo bene.

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