lunedì 19 ottobre 2015

Massello VS Laminato


Che le chitarre costruite in legno massello siano migliori di quelle in laminato è opinione comune, ma non sempre è chiaro dove stiano le differenze. Se è assodato che una tavola armonica in legno massello è in grado di raccogliere e sviluppare le vibrazioni delle corde molto meglio di una tavola in laminato (costituita da fogli di legno incollati e pressati con le fibre incrociate), il discorso diventa un po' più fumoso per quanto riguarda la cassa armonica. 
Sappiamo bene che i diversi tipi di legno impiegati per fasce e fondo contribuiscono a determinare il timbro di una chitarra, ed ecco che ci sono i sostenitori del suono ricco e pieno di armonici cristallini del Palissandro e quelli che preferiscono il suono più legnoso e immediato del Mogano, per non parlare degli esteti dell'Acero o del Cocobolo! Ma cosa succede se la cassa armonica è costruita in laminato? 
Quali sono le reali differenze timbriche tra una cassa in laminato di Palissandro e una di Mogano o Sapele o qualsiasi altra essenza? 
La risposta è tanto semplice quanto spiazzante: nessuna differenza.
Sentiamo in proposito l'autorevole opinione di chi, sull'impiego dei laminati e di altre innovazioni tecnologiche come le macchine CNC o il bolt-on neck (altra pippa degna di trattazione!), ha costruito l'impero di Taylor Guitars, sinonimo della chitarra americana moderna.

Bob Taylor:
fasce e fondo in laminato possono dare un suono fantastico, ma la differenza rispetto al massello è che essenzialmente un set di Sapele laminato suona come un laminato di Palissandro o di Acero. Il suono è molto buono, semplicemente perde le caratteristiche dei corrispettivi in massello. Il legno massello vale la spesa perché offre di più, ma fasce e fondo in laminato accoppiati ad un top in massello hanno perfettamente senso e noi siamo orgogliosi di quelli che produciamo.

A chi gli chiede quali differenze timbriche offrono alcune versioni di modelli Taylor con diversi tipi di laminato, Bob Taylor risponde così:

non suonano realmente diverse. Se lo fanno è una differenza minima e non perché c'è il Sapele al posto del Palissandro ecc. Questo è il punto riguardo ai laminati. Una verità: produciamo chitarre in laminato che suonano molto molto bene, provale e dimmi se non è vero! Un'altra verità: non importa quale tipo di laminato ci mettiamo, il suono cambia di pochissimo se non di nulla. Questo è ciò che puoi avere coi legni masselli e non coi laminati. Sono tutte ottime chitarre, ma coi masselli puoi sentire la personalità dei diversi legni. Coi laminati hai solo una differenza estetica.
(https://www.taylorguitars.com/blog/ask-bob/laminate-and-solid-wood)

Dunque una chitarra in laminato ha una risposta neutra, un po' come le Ovation in fibra di vetro del signor Kaman. Si apre allora una riflessione: qual era il vantaggio delle Ovation? Un efficiente suono amplificato dato dalla risposta neutra della cassa (oltre che dalla forma a tazza...). Tiriamo allora una conclusione, forse una ipotesi, ma abbastanza sostanziata: se cerchiamo una buona chitarra che useremo prevalentemente amplificata, la cassa in laminato potrebbe essere un vantaggio, e non solo per il portafoglio. 

PS: sulla composizione dei laminati.












Bob Taylor:
I nostre fondi e fasce in laminato hanno tre strati di legno incollati tra loro. Gli strati esterni sono in palissandro (o altre essenze pregiate - N.d.R.), quello interno in legno meno costoso. 
(https://www.taylorguitars.com/blog/ask-bob/ask-bob-does-laminate-rosewood-lose-tone-over-time)


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53 commenti:

  1. Che dire , la conclusione ( se parte da un assioma certificato ) è più che ragionavole : cerchi una chitarra da palco ? La cassa in massello è pressocchè inutile , meglio spendere i soldi risparmiati con il laminato sul sistema di amplificazione , che fa , in quel caso , davvero la differenza. Ma anche qui si entra in meandri oscuri e contorti che abbracciano tutta la letteratura onanista del chitarraio. Perchè il suono , quello bello ciccio che tanto ci piace , con le giuste sfumature e le dinamiche eccellenti , esiste in realtà solo nelle nostre orecchie. Chiaro che sto parlando di una chitarra acustica ( ma il discorso vale per le elettriche e anche altri strumenti ) immersa nel mix di un gruppo , dove è lìeffetto di insieme quello che conta , dove la plasticosità del piezo sparisce tra le pieghe delle frequenze multiple generate , e la gente giù in platea non se ne accorge neanche , se hai una martin , una taylor , oppure una cinese da 100 euro , per loro è uguale , e cambiando l'orine degli addendi il risultato non cambia. Conta il repertorio , la capacità tecnica e drammatica dell'interpretazione ,conta la comunicazione, a volte anche il look e la cantante carina ! Lo so , sto divagando , ma pippa porta pippa , e anche sul suono percepito dai musicisti e quello del pubblico medio ci sarebbe tanto da dire......Le vostre Tangone , comunque , sono il classico esempi di chitarra da palco , con la cassa in laminato ma una buona suonabilità , praticità d'uso ed effetto finale. Senza accendere mutui si sale sul palco senza temere brutte sorprese , e direi che per il musicista appassionato e saltuario è il nirvana. Poi , a casa , sul divanetto preferito , ci coccoliamo le nostre all solid odorando dalla buca , misurando le venature , godendo degli equilibri e delle peculiarità dei legni a noi preferiti , ma solo sul divanetto di casa o al massimo su quello degli amici , perchè poi i gioiellini ce li teniamo ben stretti al sicuro dentro custodie con combinazioni alfanumeriche , in abitazioni controllate da igrometri e condizionatori , perdendo poi forse il fine della condivisione , in fondo lo scopo principe della musica. Ma siamo fatti così , e nulla ci cambierà......

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    1. Una cifra considerevole di errori ortografici , ma orine invece di ordine non potevo tralasciarlo , pardon....:-)

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    2. In realtà ho tratto una conclusione un po' rozza che richiederebbe alcune precisazioni, ma lo spazio giusto per la discussione è proprio qui, nei commenti.
      Ci sarebbe da tener conto dei differenti sistemi di amplificazione. Se parliamo dei comuni sistemi piezo che raccolgono le vibrazioni dal ponte e in parte dal top, allora mi sentirei di affermare che di una cassa in massello non ce ne facciamo nulla, anzi il ritorno di frequenze "colorate" dai legni potrebbe darci problemi di feedback indesiderati, quindi benissimo una cassa in laminato.
      Se invece parliamo di sistemi con microfoni interni o sistemi misti piezo/microfono, allora le colorazioni date da un tipo di legno rispetto ad un altro contano, quindi meglio la tradizionale cassa in massello. Però, c'è sempre un però, le riflessioni che fai sulla percezione del suono di una chitarra acustica da parte del pubblico hanno un certo peso. Detta in altri termini: vale la pena complicarsi la vita con sistemi difficili da tarare e gestire, con rischio continuo dui feedback che impone un controllo al ribasso del volume e conseguenti problemi per chi suona, quando il suono della chitarra si immerge nel mix di altri strumenti e la maggiorparte del pubblico non ne coglie le differenze?
      E' un aspetto da valutare. Se il mix è dato da altri strumenti completamente acustici, allora forse si, altrimenti in presenza di chitarre e basso elettrico, tastiere digitali, ecc, credo proprio che porsi il problema della qualità del suono acustico della chitarra sia un vera pippa. I miei due cents, come dicono gli ammaracani!

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    3. Una domandina.. ma la mia Tangona TW 40 Dane.. che ha top in abete massello e
      fondo e fasce in mogano è una chitarra con cassa in laminato ?? Pips..Pips.. Pips..
      ;-))))

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    4. Si, come quelle mia e del rev.

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    5. Concordo pienamente con Stefano, però almeno sul divano di casa ci vuole una chitarra in massello.

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    6. Anche io concordo con Stefano, "però sul divano di casa meglio una chitarra tutto massello

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  2. effettivamente...dopo che ho preso la Tanglewood molte certezze si sono liquefatte. Sulla tavola armonica non c'è discussione, ma su fasce e fondo mmmmmmm
    Avevo una martin dc1e con il piano in abete e il resto in laminato, ma la tangona suona molto, molto meglio ed è gradevole anche per un uso "da divano" al pari delle blasonate.
    E perciò le ragioni vanno cercate da un'altra parte che non so proprio.

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    1. Bè, come dice Bob Taylor il laminato non ti regala quelle sfumature tipiche del massello, ciò non toglie che una buona chitarra con top solido e cassa in laminato possa suonare egregiamente (come tanti modelli Taylor nemmeno economici!). Il punto è che una chitarra deve essere prima di tutto costuita bene, credo che la risposta stia tutta qui. E le Tangone da questo punto di vista sono impeccabili!

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    2. Questa discussione mi fa venire in mente la famosa chitarra papier machè di Torres ...

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    3. ...eh, mi sa che siamo proprio lì! ;)

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  3. No ragazzi, sul massello non transigo! È vero che molte chitarre in laminato suonano benissimo, ma sono anonime, come le chitarre manouche, che suonano tutte uguali, questo perché, il legno laminato, perde le sue caratteristiche peculiari, e a suonare è un impasto di colla e legno, per paradosso un laminato di pioppo, suona come un laminato di mogano, questo perché le fibre sono incrociate, e gli spessori dei laminati sono infinitesimali, il tutto lo fa la colla :-)))

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    1. Non ci piove, ma il discorso cade sul contributo di fasce e fondo rispetto al timbro complessivo. Di solito i liutai sono concordi nel ritenere che il suono è dato per un 70/80% dal top. Quindi, se dobbiamo amplificare la chitarra con i problemi tecnici annessi e non dobbiamo farne un uso solistico, quanto conta quel 20/30% di suono dato da fasce e fondo?

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    2. Tempo fa in altri lidi...scrissi sul contributo apportato dalle fasce e dal fondo, il contributo che apportano al suono, non è trascurabile, ma non in termini di emissione e di volume, ma quanto apportano colore al suono stesso, e questo avviene perché, la cassa armonica contribuisce al suono in toto, è vero che la tavola armonica fa il più, ma quest'ultima interagisce in maniera intima , sia con le fasce che con il fondo, che contribuiscono a dare "anima" al suono prodotto, il laminato, riflette il suono senza colorarlo, per cui almeno per me: massello forever!!! ;-)))

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    3. Certo, è vero quello che dici, tutti apprezziamo la personalità timbrica di determinate accoppiate di legni, ma se poi su quella chitarra montiamo un piezo sotto sella, quelle sfumature si perdono inevitabilmente. A maggior ragione se quella chitarra la infiliamo nel mix di batteria, basso elettrico, tastiere, ecc. A quel punto il contributo di fasce e fondo in massello va a farsi benedire e tanto vale una buona chitarra con la cassa in laminato. L'importante è che sia di qualità, cioè progettata e realizzata a regola d'arte.

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    4. Su questo non ci piove, ma io parlavo delle caratteristiche intrinseche, di uno strumento acustico, poi se mettiamo in campo il sistema di ripresa audio, allora è un'altra paio di maniche, ci sono delle godin, con casse solid body (o quasi), che amplificate suonano da Dio, certo che però, se la tua .Martin la amplifichi solo con un buon microfono esterno, seghi le orecchie a qualsivoglia chitarra in laminato, ripresa con lo stesso sistema, ma qui noi siamo acusticanti, e quindi pensavo che la diatriba certezze solo sul suono puramente acustico :-))

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    5. Ah, se potessi amplificare la chitarra col microfono esterno userei la Martin al volo, ma in un gruppo con sax e batteria, per quanto prevalentemente acustico, che suona prevalentemente in pub e birrerie, sarebbe una situazione ingestibile. Almeno per quanto abbiamo verificato fino ad ora. E pure la RK col Lyric (che è un mic interno con una risposta molto naturale) non sempre se la cava senza larsen. Quindi via di tangona senza problemi, con fasce e fondo in laminato! :)

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    6. Perry, mi fai venire in mente un video di un po' di anni fa, del mitico Bob Brozman, in cui dice delle cose notevoli proprio sull'uso del microfono (a condensatore!!!) dal vivo.
      Lo inserisco anche se è della concorrenza ...
      [video]https://www.youtube.com/watch?v=KNhgSuCVOOo[/video]
      Notevole il punto in cui dice che il microfono gli permette un maggior controllo di dinamica (e fa il gesto di avvicinare e allontanare la chitarra dal mic, a 1:00). Ho visto usare questa tecnica da Beppe Gambetta, che dispone i microfoni in modo che quando canta allontana lo strumento dal microfono, mentre quando suona un assolo si avvicina al microfono.
      Sono molto interessanti anche le altre parti dell'intervista.

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    7. In realtà volevo linkare un altro video, in cui Bob spiega di conoscere a memoria le frequenze di ogni nota della tastiera e quando nel soundcheck c'è un larsen, cerca sulla tastiera la nota corrispondente per dare al fonico l'indicazione della frequenza corrispondente da abbassare. In pratica fa il fonico a se stesso!
      Purtroppo non trovo più questo video.

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    8. L'utima volta che lo vidi Sarzana, faceva il check sound sul palco centrale e in effetti diceva al fonico le frequenze da potenziare o deprimere. Mi aveva colpito proprio perché evitava il solito linguaggio empirico che usano un po' tutti. In effetti descrivere i suoni è una impresa ardua. Grosso, scuro, sottile, chiaro, brillante, ecc. sono in effetti indicazioni molto relative.

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    9. ...ah, dimenticavo: si, in effetti molti gruppi acustici (soprattutto nei video americani) usano i microfoni esterni, addirittura in numero inferiore ai componenti del gruppo. Si avvicinano o si allontanano dai microfoni a seconda di quello che devono fare. Però di solito non hanno batteria e fiati. Finchè devi gestire solo voci e strumenti a corda, credo che con un po' di pratica si riesca a trovare la giusta via, ma batteria e sax sono sovrastanti, bisognerebbe farli suonare almeno cinque metri indietro rispetto al resto del gruppo (e coi palchi che ci sono in giro...!). Poi devi avere un pubblico silenzioso, che non è quello tipico di pub e birrerie che ti costringe a tenere volumi alti con problemi di larsen.

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  4. aaahhh questa è la reginetta delle pips!, andiamo con ordine:
    Che le chitarre in laminato suonino meglio di quelle in massello è scontato, e forse è ancor più evidente perché di solito chi investe soldi su fasce e fondo in massello investirà anche su cura costruttiva, dettagli, qualità della tavola armonica e degli altri componenti che influiscono sul suono.
    Sul fatto che il laminato sia da preferire (o almeno pari, quindi ininfluente) al massello per una chitarra amplificata direi che fatto salvo alcuni contesti più propriamente acustici (cioè ripresi da sistemi microfonici in contesti adeguati) è altrettanto vero.
    Sul fatto che un laminato e un altro suonino diversi non lo so, tanto che, dato che siamo in tema di pips, vi riporto l'opinione comune secondo la quale le Gibson 175 costruite fra il 1982 (credo) e i primi anni 90, con fasce e fondo in mogano laminato (fra cui la mia che è dell'88) suonano un po' più scure di tutte le altre (pre e post) che hanno fasce e fondo in laminato d'acero.
    Non ne ho provate tantissime (tantomeno a confronto diretto), ma vi posso dire che per la mia parzialissima esperienza ho finito per crederci. Ovviamente è una sfumatura minima, paragonabile alle differenze che ci possono essere fra due strumenti completamente industriali.
    Lo stesso Sadowsky che costruisce il modello Jim Hall interamente in laminato (quello di Salvo) dice che c'è laminato e laminato ma probabilmente lo intende da un punto di vista di qualità costruttiva.
    C'è da dire inoltre che per il laminato di fasce e fondo delle chitarre si usa l'essenza pregiata solo per l'esterno mentre il resto di solito sono due strati incrociati di pioppo, (sulla 175 è acero-pioppo-acero), tuttavia se per ipotesi su una D18 si usassero tre strati di mogano secondo voi quanto suonerebbe diversa da una D18 normale? Di sicuro il laminato di mogano non ha caratteristiche di peso e densità molto diverse di quello massello.

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    1. Infatti tra le righe della risposta di Bob Taylor c'è una sfumatura di cui non ero sicuro che potrebbe suonare come: non importa il laminato che mettiamo "all'esterno".
      Dunque si suppone che il materiale per fasce e fondo sia una sorta di "panino" dove cambiano di volta in volta solo gli strati visibili (dentro e fuori la cassa) mentre l'interno del laminato è sempre quello. Ed ecco perché le risposte timbriche sono praticamente uguali.
      Diverso sarebbe il laminato di essenza pura, cioè fogli dello stesso legno sovrapposti, incollati e pressati a fibre incrociate. Viene da chiedersi che vantaggio ci sia nel sezionare una tavola, ad esempio, di palissandro in sottilissimi fogli da reincollare. La risposta che mi viene è che in quel modo usi anche le tavole "di scarto", lasciando all'esterno solo i fogli selezionati. Ma è una mia ipotesi!

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    2. già, però non lo fa nessuno, questo secondo me significa che il laminato è vantaggioso proprio perché "tutto uguale", fatto così per metri anzi kilometri quadrati. Se ci si mettesse a fare del laminato di palissandro tutto colla e palissandro forse sarebbe effettivamente un po' diverso dal laminato di acero 100%. Solo che probabilmente è antieconomico. Dato che chi si rivolge al laminato non tiene in conto la risposta acustica del materiale, ma solo quella estetica la ragione è presto trovata. In fondo il maggior costo del massello non influisce in modo determinante, ma la differenza di prezzo che ci applicano è ben di più. Però mi piacerebbe fare un laminato di palissandro brasiliano e venderlo a peso d'oro!

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    3. Ah ah, un laminato di Brasiliano sarebbe il massimo della pippa!

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    4. ...dimenticavo: ovvio che un laminato puro tutto colla e fogli della stessa essenza non avrebbe molto senso, le fibre sono incrociate, c'è la colla... probabilmente risponderebbe neutro comunque. A meno che qualcuno non tiri fuori le proprietà timbriche dei diversi tipi di colla!!! Non mi stupirei se arrivassimo anche a questo! :)))

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    5. il vinavil è molto medioso

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    6. si sa, mentre la Titebond è più scavata nei medi. Ma poi c'è la Titebond premium, chissà come risponde quella?!... :)))

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    7. preferisco la vecchia colla con la farina con cui attaccavamo i manifesti , impatto zero e la farina , in fondo , è un vegetale....quasi quasi mi rivendo l'idea ;-P

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    8. l'alifatica è bella ma un po' nasale.

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    9. La colla di coniglio salta e quella di pesce puzza!

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  5. insomma se abbiamo grosse difficoltà a beccare l'essenza nei blind test sulle chitarre tutto massello, figuriamoci allora per quelle in laminato. eppure un giorno sarò capace di risalire anche alla colla in base al suono.

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    1. Beh, per la verità non manca chi sostiene che la hide glue contribuisce alla sonorità!
      Ovviamente la "pippa" rientra nel fatto storico che le Martin pre-war erano incollate con quella (e pure i modelli di fascia alta di oggi, ma anche la maggiorparte delle Gibson acustiche di serie).

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    2. In ritardo, una mia breve chiosa seriosa (me ne scuso, dopo i benefici andirivieni scherzosi delle ultime risposte a questo post).
      L'avevo già scritto a margine di altri miei precedenti post, ora lo ridico in questo, che è molto più il suo tema: una delle mie più godute e rimpiante Martin è stata la "Piccoletta", una 00001R (sì, quattro zeri), di favolosa suonabilità e di suono più che dignitosissimo anche per lo standard Martin. Eppure era con la classica tavola di abete e fasce e fondo in HPL (si scrive così? vado a memoria...), cioè il laminato nella versione Martin, a imitazione mogano. Da lì è cominciato il mio dubbio sull'intervento, nel senso della percentuale di incisione sul suono, del laminato per fondo e fasce rispetto al massello, che vedo qui esteso e approfondito in modo molto interessante. Purtroppo o per fortuna i miei esperimenti col laminato son finiti lì, perché anche la Taylor che è venuta e se n'è andata in questi anni, era tutta massello. A me, se proprio ve la devo dire, più che massello/laminato, conta come le chitarre sono montate: nel senso che una chitarra ben strutturata, ben disegnata, congegnata, tagliata, incollata, funziona (molto) meglio della stessa con uno di questi elementi in sottordine. La prova, per vasi comunicanti, per così dire, sono le due Tanglewood di Mirco e Massimo, che ho avuto modo di provare almeno un paio di volte, e che suonano molto bene a prescindere da prezzo e laminato. L'altra prova, siamo più o meno allo stesso livello delle Tanglewood dei due Nostri, il famoso, preteso "segreto" degli Stradivari: penso che più indagati di loro ci sia stata solo la Sacra Sindone. Spessori, vernici, catene, TAC e raggi, spettrografie e quant'altro: sono state fatte delle copie esattissime, ovviamente con risultati diversissimi: il famoso segreto di Stradivari, era forse, solo e proprio, Stradivari stesso. Ultimo esempio: ho avuto la fortuna di essere prima cliente e poi amico del più grande cuoco italiano. Quando cucinava lui, al ristorante o a casa, erano diversi anche gli spaghetti semplicemente lessi, figuriamoci il resto!
      Cambiando leggermente tema: da diversi anni lavoro spesso a contatto con i fisici acustici dell'Università di Parma: dopo di che, ho coniato il termine "psicoacustica". Nessun altro fenomeno in natura, infatti, dipende (per me) come l'acustica da fattori extra fisici, extra matematici, neanche il piacere o meno una donna. La controprova più banale, che tutti gli auditorium moderni dovrebbero avere la stessa meravigliosa acustica, visto che i "segreti" scientifici della resa acustica sono ormai stati sviscerati ampiamente, invece non è vero. più o meno come le copie degli Stradivari.
      saluti!

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    3. Volendo aggiungere dubbi su dubbi ( o pips on pips ) c'è l'esempio della mia Aria del 1977 , copia della D35 e made in Japan. Be , da quello che ho faticosamente recuperato in rete , e anche dagli sguardi di vari chitarrai tra cui Max , la ragazza ( il mio primo e vero amore ) è TUTTA in laminato. OK , i legni (?) non saranno maturati negli anni , ma lei è li ancora integra e disponibile , con un suono che ha ammaliato più di un cooker quando la propongo nei miei outing. Non è elettrificata , per cui la suono sul divano , ma l'ho portata in spiaggia , in montagna e in campagna , non che su qualche palco , primo fra tutti quello del mitico folkstudio. E lei non mi ha mai tradito....per cui , se una chitarra è nata bene e costruita secondo tutti i crismi ( e in giappone le chitarre le sanno fare ) anche con materiali non nobili non sfigura di fronte a tante consorelle più blasonate. Siamo al limite , e non dico certo che il massello è un inutile orpello , ma a volte , lasciando pregiudizi e dogmi nella tasca giusta , si possono avere sorprese che fanno scricchiolare gli assunti più solidi. Non saprei che altro aggiungere , questa cosa crea sconcerto in me , anche se poi quando sono colto da GAS la prima cosa che approfondisco sono proprio i legni.....

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    4. A proposito di Stradivari et similia, c'è un interessante articolo che riporta un esperimento in cui diversi violini tra cui uno Stradivari e un Guarneri del Gesù, sono stati provati da vari musicisti professionisti in un blind test condotto con rigidi criteri scientifici, ebbene quasi tutti hanno preferito violini di liuteria recenti rispetto ai due miti del '700. Il titolo è piuttosto chiaro:
      "Violinists can’t tell the difference between Stradivarius violins and new ones"

      http://blogs.discovermagazine.com/notrocketscience/2012/01/02/violinists-cant-tell-the-difference-between-stradivarius-violins-and-new-ones/#comment-69743

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    5. Hai citato a proposito: è un articolo (e un'esperienza) molto conosciuta nell'ambiente: si sa che le prove alla cieca sono una cartina di tornasole spesso eloquentemente contraria a quelle senza veli, e invece fortemente dalla parte di quella che io prima definivo "psicoacustica". Da parte mia, per abbandonare il territorio finger per entrare in quello cooking, anzi, drinking, ho avuto esperienze memorabili di prove alla cieca di vini, nelle quali bevitori non alle prime armi scambiavano addirittura vino bianco per rosso (non mi è capitato, invece, il viceversa). Invece ne ho conosciuti e visti, che indovinavano uve come se fossero noccioline.
      Per concludere con un po' di satira politica, ho conosciuto molti grandi artisti che giurano sull'eccellentissimo valore di strumenti ad arco dei grandi liutai dell'Otto e del Novecento. Ma non ce n'è uno che, quando una Fondazione o un Conservatorio mette a loro disposizione uno Stradivari o un Guadagnini dica: no, grazie. E sì che non si può dire che lo facciano per i soldi della pubblicità! Uno dei miei più vecchi e cari amici, che è anche forse il più famoso violinista barocco italiano nel mondo, fondatore di un'ensemble celeberrimo (e che ha venduto oltre un milione di cd delle sue Quattro Stagioni di Vivaldi (un milione, ripeto, Abbado ha venduto - ma solo in Italia - 500 copie del cofanetto delle Sinfonie di Beethoven coi Berliner, non sto dicendo che il mio amico è più bravo di Abbado, solo che ha venduto molto di più, e questo dice molto su come funziona il mercato discografico - ma, ripeto, il mio amico è un musicista strepitoso) ha investito tutto quello che ha guadagnato in una vita di lavoro per acquistare un Guadagnini, mica uno Sgarabotto o un Capicchioni, che pure sono grandissimi. Quando mia sorella (che insegna violino in un Conservatorio) ha suonato per la prima e unica volta uno Stradivari (e neanche dei più famosi, lo sapete quanti strumenti ha costruito Stradivari in vita?) mi ha detto che le sembrava di volare... potenza della psicoacustica!

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    6. Quella che tu chiami psicoacustica - che secondo me è un fatto evidente - fa pure brutti scherzi quando si suona. Per dirne una, fai le prove col gruppo nella tua saletta (dove non prova nessun altro!), ti regoli i volumi, gli ascolti, e tutto come più ti aggrada, la serata fila liscia con soddisfazione di tutti. Due sere dopo riprendi le prove semplicemente accendendo mixer e casse e lasciando tutto com'era, perfino la posizione degli sgabelli ed è un continuo di lamentele: alza questo che non sento, abbassa quello che è troppo forte, regolami il contrabbasso che è troppo scuro, la voce che è troppo metallica, ecc. ecc. Cosa è cambiato? Quasi sicuramente solo la predisposizione dei musicisti! Stanchezza, balle girate, maggiore o minor voglia di suonare ecc.

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    7. Da noi a Roma si dice: "fatte er nome e va a rubba..." sicuramente Stradivari ha dato un contributo straordinario e qualitativamente eccezionale, e per questo è divenuto un mito, e la sua produzione, oltre all'Eccellenza
      qualitativa, ha assorbito anche il mito che ormai aleggia sulla figura di Stradivari, anche perché, sono certo che esiste qualche liutaio che ha raggiunto, e superato la qualita' del maestro Stradivari, ma noi siamo essere umani e ci facciamo condizionare da mille cose, per tornare all'esempio del vino, qualche anno fa, ad un amico che si vantava di conoscere le qualità e le caratteristiche dei vari vini, abbiamo fatto bere del tavernello travasato in una bottiglia di shiraz, non puoi capire le lodi che ha tessuto...... :-)))

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    8. mmm...io ri-vorrei la mia lavatrice, il mio frigorifero e la mia televisione di quando mi son sposato, per la semplice ragione che sono durati 20 anni! I loro sostituti moderni, dopo 5 anni gia' mostrano la corda. Se tanto mi da' tanto...

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  6. ma tu non hai un'Aria AD 80? (o è quella di Mimmo?)

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    1. Di Mimmo ( o lo era , non ricordo se ce l'ha ancora ).
      Le AD 80 sono comunque chitarre recenti , la mia è una 9230

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    2. cavolo non riesco a credere che abbia anche a tavola in laminato, eppure in rete c'è scritto così...beh comunque è bella.

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    3. Bella , si , ma non solo...anche la mia gonzales in acero è bellissima e tutta in laminato , ma suona da vera ciofeca ( tanto che ora gli ho alzato il capotasto e la uso elettrificata per lo slide ) quindi credo che a parità di materiali conti la costruzione. Ma siamo in un campo minato...:-)

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  7. CIAO a tutti io posseggo una Gibson es350t.Francamente non so se è fatta in laminato o con tavole di legno e con tutto rispetto non me ne frega niente perché ha un suono fantastico,chiunque l'habbia provata ne e'rimasto entusiasta.Io credo che quando si acquista una chitarra la prima cosa che conta è che ti debba soddisfare e poi non dimentichiamo che un vero chitarrista il suono c'è l'ha nelle dita....detto questo un saluto e viva la musica

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  8. Ciao, chitarra meravigliosa la 350T, se non sbaglio è in laminato, ma ovviamente essendo una semiacustica la cosa non é così determinante come per le acustiche, anzi può avere alcuni vantaggi.
    Il suono poi é certamente anche nelle dita, ma quando si confrontano gli strumenti é più saggio scordarsene, salvo ricordarsene quando si compra.

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  9. Ragazzi c'è una super pippa che mi è venuta in mente come una folgorazione! magari è una cacata, ma pongo ugualmente questo quesito: ma se una chitarra con tavola in legno massello e fondo e fasce in laminato ha da parte di questi ultimi due una risposta neutra alle frequenze, mentre una chitarra totalmente in massello ha le essenze delle fasce e del fondo che interagiscono con quelle del top, vuol dire che quelle che hanno solo il top in massello restituiranno il vero suono di quel legno proprio perché la risposta in frequenza del fondo e delle fasce è neutra... xD quindi per esempio se prendo una chitarra che ha il top in cedro massello e fascia e fondo in mogano laminati sentirò il vero suono del cedro in quanto non è influenzato dalle essenze delle fasce e del fondo, mentre se queste ultime fossero in massello avremmo un suono che è la risultante della combinazione e quindi non sentiremmo la personalità di nessuno dei legni :D

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    1. Quando ho visto il tuo simpatico commento il pensiero mi è andato subito ad un altro Vincenzo che frequentava queste pagine...
      Per queste PIPS bisogna sentire l'autorevole pensiero di Perrynason

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    2. non sono io, ho scoperto questo bel forum da poco :D... attendiamo conm ansia l'autorevole pensiero allora :D

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  10. Ecco la mia "autorevole" opinione :DDD
    Il suono di una chitarra è dato al 70% circa dal top, il resto da fasce e fondo che interagiscono aggiungendo sfumature differenti a seconda delle essenze utilizzate (che quindi aggiungono personalità al suono!). Se fasce e fondo sono in laminato rimane la prevalenza della voce del top. Però contano tantissimo la forma della cassa, le dimensioni, la catenatura, lo spessore dei legni, ecc. Quindi bisogna applicare la regola del buon Frank Ford (frets.com): per sentire l'apporto specifico di un componente, bisogna confrontare chitarre identiche che differiscono solo per quel componente, altrimenti è impossibile giudicare.

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    1. si però io dicevo un'altra cosa, sappiamo che il suono di una chitarra dipende da molteplici fattori, assodato questo, se il laminato dà una risposta neutra, il top sarà l'unico legno che darà il suo colora mentre a parità di condizioni, una chitarra totalmente in massello (escludendo ovviamente quelle costruite in un unica essenza tra fasce fondo e top) non t darà mai la vera personalità di un legno, perché appunto si influenzano tra loro le varie parti, e quindi da qui la mia conclusione, la vera personalità del legno non la avvertì se la chitarra è totalmente fatta in massello, (a meno che non sia stata costruita con un unica essenza), mentre quella che ha il top in massello e il resto in laminato potrà far sentire la sua essenza... attenzione io sto parlando solo della personalità del legno, non della qualità del suono finale

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  11. Si, in teoria. Però non puoi prendere una chitarra con top in abete e cassa in laminato e dire "questo è il vero suono dell'abete". Non è così semplice. Ci sono troppi fattori in gioco.

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    1. certo, però è quello più vicino rispetto a una chitarra interamente in massello con essenze diverse però

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