lunedì 7 marzo 2016

L'angolo delle pippe: la chitarra di marca


 
Se vuoi un buon suono devi avere una chitarra di marca


Un luogo comune che qui abbiamo sfatato tante volte con recensioni e prove pratiche ben documentate, ormai una verità assodata per i cookers. Ma si trova sempre qualcuno ancora convinto del contrario e come dicevano li antichi, repetita iuvant. Non siamo contro le chitarre costose a priori, ma il fatto è che non suonano da sole, ed è salutare sentir ripetere questa semplice verità da chi sa il fatto suo, con l'aggiunta di un ottimo consiglio finale. Una lezione che ben conosciamo, ma detta da "Lui" è un'ottima motivazione a perseverare!

44 commenti:

  1. Un tempo le chitarre di fascia bassa, per suonare suonavano, ma c'erano grossi problemi di intonazione e il manico, privo del trusrod, era una variabile assoluta. Non rimpiango per nulla le chitarre "vintage" con una forbice enorme tra i prodotti di fascia alta e quelle economiche.
    Oggi per fortuna non succede più. Grazie ai buoni processi produttivi anche le chitarre di fascia bassa in legno laminato suonano decentemente e, sopratutto, sono intonate. Quindi suonabilissime.
    Poi ci sono le mani. Chi ce le ha magiche come quelle del signore del video e chi invece così e così.
    Ma così va il mondo: i brutti, i belli, i buoni, i cattivi, ecc ecc.

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    1. Già, il mondo è bello perchè è vario (anche se stanno facendo di tutto per appiattirlo, come pensavano nel medio evo!). E il signore qui, dice che si può migliorare!

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  2. È vero che le mani fanno la differenza, ma è pur vero, che se suono su una chitarra, ottima, le sensazioni che mi offrirà saranno maggiori, e questo andrà a tutto vantaggio del mio modo di suonare, perché un chitarrista, suona con le mani, ma gode con le orecchie.... :-))))

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    1. Si certo, una ottima chitarra non fa mai male! Ma c'è ancora chi pensa che una Martin da millemila dollari suoni da sola... ;)

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    2. Bhe, se in omaggio te danno pure un Franco Morone, o un Tommy Emmanuel, allora si, suona da sola HEHEHE!!!! :-)

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    3. Come dice TE, quelli lì fanno suonare bene anche le chitarre di plastica delle caramelle Sperlari! (ma esisteranno ancora? :D)

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  3. Eh no, Perry! Così non va!!!
    Propongo di abolire subito questo terrificante filo "The Pips Corner": se vai avanti così, di che cosa ci troveremo a discutere qua su fingercooking? E poi dovremmo (dovrei) persino prendere atto che gli scarsi risultati ottenuti son solo colpa delle nostre (mie) mani?
    ;-D

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    1. Scarsi risultati? Qua ci sono chitarristi coi controcosi caro Beppe, e tu fai parte della squadra! Eccheccaspita! :)

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    2. Ah, c'è lo sai si che qui siamo fortissimi!? Ognuno nel suo piccolo, è una punta di diamante, alla faccia dell'umilta'!! :-))))

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    3. ah sì, tutti diamanti appuntiti...una roba inavvicinabile.

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    4. ...delle vere teste di diamante!

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  4. Che dire , avete detto tutto voi... io , lo sapete , sono ben fiero della mia walden , cinese di lignaggio anche se con discendenze teutoniche . Ad un prezzo poi neanche troppo basso ( intorno ai 1000 eurilli ) ho una chitarra completamente in massello , rifinita e con una voce personale che può piacere o meno , ma ce l'ha . E mi ci trovo alla grande. Ho provato nelle scampagnate a Sarzana ettolitri di dream guitars , e posso quindi affermare che molte ( ad esempio ) delle Martin su cui sbavo non sono chitarre da prendi , imbraccia e via , anzi : a volte sono scontrose , per nulla immediate. Poi però ti imbatti in una chatelier e i tuoi sonni non sono più tranquilli. Quindi ? Quindi le buone chitarre non sempre costano uno sproposito , ma quelle che costano uno sproposito nella maggior parte dei casi sono ben fatte e affidabili. Le mani ? Contano , hai voglia se contano , tanto che mi trovo più spesso a invidiare falangi e unghie piuttosto che gli strumenti su cui operano.Da gran testa di diamante , sposo appieno l'orgoglio cookers :-)))))

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  5. Nel mio piccolo, ma piccolo piccolo, di testa di diamante, concordo con Tommy e Cookers. Le mani sono fondamentali, a seguire la testa, perchè concentrazione, impegno, curiosità e desiderio di migliorare ti danno quella marcia in più, e poi viene il legno, che ci fa luccicare gli occhioni sempre e comunque.
    Ho parlato della testa perchè ieri mattina durante le prove con il mio socio pianista abbiamo ripreso in mano "A muso duro" di Bertoliana memoria. La prima parte del ritornello è LA LA5+ LA6 LA7 ed essendo mesi che non la suonavo mi son inchiodato sul LA5+.. Cactus non mi ricordo più come si fa vado a cercarlo su internet!!
    Il mio socio, che sa leggere, scrivere e far di conto sul pentagramma mi dice.. Non devi cercare un bel niente, ragiona sui semitoni e al LA5+ ci arrivi da solo.. e così lui mi ha fatto arrivare all'accordo che non ricordavo che non è tra i più comuni nei pezzi del nostro repertorio
    Dopo aver capito l'intenzione di quella frase musicale, suonarla è stato molto più facile, ed è stato ancora più facile suonarla tenendo il tempo e la metrica giusta.. perciò anche "a capa" ha un ruolo importante..
    ;-))

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    1. ah!....le quinte+!
      In fondo non le mai capite...

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    2. E si Jan, io direi che la testa dovrebbe stare in pole position, rispetto alle mani e a un buon strumento... Io però ci aggiungerei anche il cuore, che se non è immediato come la testa, spesso ci porta a soluzioni musicali davvero ottime, ed è il cuore a farci creare una nuova melodia o un nuovo passaggio, laddove non esistevano :-))

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    3. Già.. è dal cuore che molte volte partono quelle intuizioni che facendo musica ci fanno godere come ricci..
      ;-)))

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    4. Caro Max..probabilmente questi anni di militanza in social chitarristici mi hanno fatto saltare il fosso del chitarrista da spiaggia che conosce accordi maggiori minori e settima per approdare nei territori del chitarrista dilettante che cerca di seguire le partiture senza trovare comode scorciatoie.. anche se a volte qualche sforbiciata ancora la do...
      ;-))

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    5. Quando a Parma il Flaco prendeva un accordo e lo rivoltava come un pedalino , ho compreso che neanche in spiaggia vado bene , al massimo al bagno :)))))

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    6. ah be'...pure io se è per questo.
      Forse siamo più chitarristi da scoglio.

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    7. però con noi ci viene una bella zuppa :-)))))

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    8. Mi avete fatto venire voglia.. di una spadellata di triglie!!
      Venerdì al mercato ne prendo un sette-otto etti.. facciamo un chilo e non se ne parla più..
      ;-)))

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    9. diobono mia moglie (la perpetua) non me le vuole fare: i trigliceridi, il colesterolo ecc ecc. E pensare che le trigliette fresche infarinate e fritte sono cibo per gli dei.

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    10. Ahò, ebbasta! Abbiamo la sezione slow food, no?! :DDD

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  6. cambierei la frase iniziale così: se vuoi una chitarra prestigiosa ci vogliono un sacco di soldi..., così siamo tutti d'accordo.

    Scherzi a parte come abbiamo detto mille volte il suono dipende da molte cose e principalmente dal contesto: registrazione, palco, al chiuso, all'aperto, da solista, in un ensemble di strumenti a corde o con i fiati? senza contare i vari generi musicali. Quello che va bene in un contesto può andar male in un altro, se si guarda solo al suono, ovviamente.
    Poi, ovvio, ci sono delle caratteristiche costruttive e di materiali che in ogni caso vanno pagati e che meno di tanto non possono costare.
    Infine va detto che quando ci si avvicina al livello più alto della produzione un piccolo miglioramento (o personalizzazione) del suono, magari apprezzabile da pochi fanatici intenditori, costa tantissimo.
    Tutto questo senza contare la bravura dell'esecutore e la variabilità delle condizioni di ascolto. Insomma, secondo me il suono è una cosa talmente personale che quando uno strumento soddisfa delle (minime) condizioni costruttive (intonazione, suonabilità, una certa potenza di emissione), si può dire che abbia la possibilità di avere un buon suono indipendentemente dal costo.
    Com'è allora che ci innamoriamo sempre di quelle più costose? Non lo so, ma uno è innamorato del suono della Martin 00028 io non ci trovo nulla di male se vende la macchina per comprarla...(non fateci caso sono pensieri in libertà...)

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    1. ah , così ti vendi la macchina....bene ! :DDDD

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    2. Te sei venduto la macchina??? E te sei comprato una 00028!? Se lo sa tua moglie, ti ci fa montare un treno di gomme HAHAHAHA!!!! :-))))

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    3. una triplo028 , ma cabriolet...:DDDDDD

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    4. Con quello che mi danno della mia macchina ci prendo al massimo una Sigma, quindi mi conviene tenerla...

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  7. Le chitarre costose cambiano nel tempo, invecchiano e vengono influenzate nella loro maturazione da quanto le si suona. Anche da "come" le si suona? Questa ultima cosa potrebbe essere anche un'arma a doppio taglio ahi ahi.
    Comunque invecchiano con te e questo è molto romantico.

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    1. Guardando video di liutai che costruiscono archi, ne ho sentito più di uno dire che gli strumenti "imparano" a suonare dai musicisti. Cioè se sono suonati da bravi musicisti, maturano abituandosi a vibrare al meglio sulle posizioni intonate. Quindi un violoncello che è stato suonato per anni da un bravo violoncellista, quando passa di mano risponde prima sulle posizione corrette e "aiuta" chi lo suona.
      Ovviamente il discorso sarà diverso per le chitarre, che hanno i tasti. Ma probabilmente anche loro imparano a vibrare meglio se le suona uno bravo... Abbiamo una enorme responsabilità! :D

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    2. anche se hanno i tasti, le chitarre "imparano" a suonare da chi le suona, così come fanno tutti gli strumenti a corda, questo perchè i legni andando in risonaza si apriranno alle giuste frequenze, che nel caso di un bravo chitarrista, che conosce a menadito tutte le posizioni sulla tastiera, saranno molteplici, a differenza di uno scarzo che sa a malapena gli accordi principali...... diciamo che ogni strumento a corde può essere assimilato ad un bambino che impara a parlare, mentre le frequenze sono le parole che dovrà imparare, così quindi, se ad un bambino sin da piccolo verranno insegnate molte parole e molti sinonimi e contrari, il suo vocabolario sarà ricco, ed i suoi discorsi (da grande), saranno intensi e precisi, allo stesso modo una chitarra "imparerà" ad enfatizzare molteplici frequenze, arricchendo l'esecuzione, di sfumature armoniche, che un suonatore di "giri di DO", non saprà mai insgnargli; c'è da dire poi che anche i cambi di accordatura, arricchiscono nel tempo la voce di uno strumento, e lo rendono più stabile anche ai cambi climatici, questo perchè la struttura dello strumento si abitua nel tempo ai cambi di tensione dovuti ai vari cambi di accordatura :-))

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    3. Se qualcuno compra le mie chitarre usate si becca un bel bidone...
      ;-)))))

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    4. al massimo saranno balbuzienti dai...

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    5. ah ah ah.. magari fossero solo balbuzienti.. le mie sono dislessiche !!
      ;-)))

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  8. Beh dai, io personalmente ho una EkoParlor da 200 sacchi e una Taylor Doppio 0 da 1500 e la differenza esiste e si sente eccome!!
    Poi che i cinesini abbiano ridotto di molto il divario sono d'accordo e questo non mi dispiace.. forse si tratta invece del fatto che molte persone più che chitarristi diventano collezionisti, e provano soddisfazione più per il possesso che per l'uso.. Infatti una chitarra sbattuta su e giù da un palco, con tutti i rischi connessi, è meglio che arrivi ad una certa cifra e non sia troppo preziosa..
    Che poi tutto dipende dalle tasche e dalla testa del chitarrista. Comunque per me sopra a certe cifre si parla di collezionismo, e non più di suonare. Miei two cents.

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    1. Nel 1964 mio padre mi regalò la mia prima chitarra. Una Eko. Eccola qui:
      http://www.suonoelettronico.com/chitarre_vintage.asp?marca=EKO&modello=Junior
      Costava quasi 40mila lire. Consideriamo che lo stipendio di un operaio viaggiava intorno alle 90-100 mila lire. Una Stratocaster 130.000 lire. Quindi questa acustica non costava poco.
      Nonostante ciò era un cesso, perchè alla Eko le chitarre non le hanno mai sapute fare (a Recanati e dintorni le conoscenze tecniche erano sulla fisarmonica)
      Solo ora, grazie ai cinesi, hanno in catalogo chitarre di fascia media decenti. Per anni hanno straguadagnato su prodotti assolutamente scadenti.

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    2. Non ricordo l'anno ma siamo li 1964/65/66...questa è la mia prima:
      https://picasaweb.google.com/lh/photo/cq4SI28h5k3RyzRf8yg1csIEXCMA117J_4-faSkm2ew?feat=directlink
      pagata £ 8.500 l'ho ancora a casa di mia madre,visti i prezzi direi che la tua a confronto era un signora chitarra ;-)))

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    3. C'è l'ho avuta anche io, la mia era una P3, con spalla mancante e ponte fisso, ma in pratica era la stessa chitarra, con mezzo centimetro di vernice vetrificata, e fondo leggermente bombato :-)

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    4. Hai ragione Macca, ho fatto confusione, 40.000 era il costo di una elettrica. Credo che costasse intorno alla cifra che hai indicato tu.

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  9. Lo zio Tommy ha usato un esempio estremo, ma il messaggio mi sembra piuttosto semplice: anche una ottima chitarra non suona da sola.
    Non dice che una bella chitarra non conta niente, ma che se non acquisisci la consapevolezza del tuo modo di suonare, anche un chitarrone rimarrà ostaggio dei tuoi limiti. Dunque il suono sta principalmente nelle mani.
    Come dargli torto?

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    1. Infatti io allo zio Tommy do sempre ragione!!!

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