mercoledì 15 febbraio 2017

A tredici anni

Era il 1962 e i miei vecchi me ne regalarono proprio una così: Eko Fiesta. Tutto compensato e tanta tanta vernice. Ma chi ci faceva caso? Era una chitarra e cominciai senza indugio a pestaarci su.
Mi ricordo che per sentire "più dentro" il suono delle corde appoggiavo gli incisivi sul bordo.  Mah!

22 commenti:

  1. Io sono partito con una Yamaha classica che ancora riposa tra scatoloni nel sottotetto. Più o meno alla tua stessa età. A parte una crepa sulla paletta (che potrei anche aggiustare...) suona ancora in modo decente. Cosa sorprendente, visto che da autodidatta puro invaghito di CSN&Y ci montai quasi subito corde di metallo, sottopoenedo la poveretta (e le mie dita) a stress bestiali. Forse è per quello che quando ho ricominciato a suonare la chitarra, circa 25 anni dopo, avevo ancora un po' di calli sulle dita!

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    1. Devo dire che negli anni '70 c'erano già anche chitarre abbordabili abbastanza decenti, ma nemmeno paragonabili alle entry level di oggi e in proporzione più costose. Quelle "belle" poi, le prime dread Yamaha o Ibanez, costavano un botto (oggi non le degneremmo di attenzione!). Le Martin occhieggiavano dalle copertine dei dischi ed erano già un mito inarrivabile, ma si favoleggiava che in America te le tirassero dietro! :D

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  2. Quando comprai l'Aria 40 anni fa avevo già avuto 2 o 3 chitarracce per le mani , un paio di classiche e una melody tipo eko ranger a 6 corde davvero insuonabile. Mirco dice che c'erano in giro chitarre abbordabili decenti , io un po' dubito e un po' non ricordo :l'Aria costava 180mila lire ( ed io finito il liceo ne guadagnavo 100 al mese nel panettiere sotto casa ) ed era si affidabile ( lo è tuttora ) come le ibanez e le yamaha , ma un paio di gradini più su delle ciofeche che un ragazzo ( o la sua famiglia ) di modeste possibilità potesse permettersi. Io lavorai per farmela , ma dovetti vendermi anche una catenina d'oro della comunione per arrivare alla cifra in fretta. Oggi c'è una scelta imbarazzante , e la qualità è decisamente , nella media , più alta. Però manca sicuramente il fuoco sacro che ardeva in noi che sognavamo la california ma andavamo ad Ostia. E il vuoto qualitativo era colmato dalla fantasia , che si sa prima o poi andrà al potere :-)))))))))

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    1. Ho detto decenti, non buone! :D
      La mia classica Yamaha aveva un rapporto qualità/prezzo decente per quei tempi, non a buon mercato ma abbordabile e costruita coi criteri minimi indispensabili, stop. I miei amici più abbienti avevano già le folk dread giapponesi, esteticamente accattivanti ma ben più costose. Quando me le passavano mi sembravano il top! Ma in effetti le made in japan degli anni '70 poi sono state rivalutate. I nippon hanno sempre avuto una mentalità molto diversa dai cinesi, copiavano ma facendolo bene fin da subito e con prezzi non così al ribasso. Insomma un minimo di qualità c'era. La stessa Martin lanciò il progetto Sigma proprio in Giappone. In Italia invece si costruiva a capocchia, legnaccio e geometrie relative con tutto quel che ne consegue, come voi testimoniate.

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  3. La mia prima l'ho comprata nel 1981, una classica marca Clarissa, tutta in laminato, costo 72000 lire. Andai con mio padre (finanziatore)da Del Rio a Reggio, e da noi era un po' lo standard per i principianti dell'epoca, le eko erano già in declino. Dopo due anni si ruppe la paletta e me la ripararono nello stesso negozi con incollaggio e chiodi di legno. Ancora oggi, nonostante io ci abbia provato di tutto, comprese corde in metallo, è una chitarra comodissima, con un'action invidiabile, certo il suono è molto meno potente della mia Aria. Mi è ritornata a casa la settimana scorsa dopo che l'ho prestata alla figlia di una mia amica che ha iniziato da pochi mesi, chissà magari qualcuno dei miei figli....

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  4. L'ho avuta anche io quella Eko, più che verniciata era macadamizzata.. Ma la prima chitarrina laminatissima, nera satin con il battipenna bianco fu una Meazzi Jazz, cutaway. Elegante. Insuonabile come la Eko. A 10 anni era per me un oggetto misterioso. Ero convinto che accordare la chitarra significasse tirare le corde al massimo: sbleng! saltavano che era un piacere.. Così appena mio nonno mi mandava a comprargli le sigarette o i cerini dal tabaccaio di fronte, ci scappavano due o tre bustine di corde singole, ovviamente arrugginite, a rischio tetano.
    Pochi anni dopo mi feci regalare una Aria classica, ottima chitarra, rubatami mentre stavo facendo il filo a una che ci stava solo perché avevo la chitarra. Ah, l'amore!. Il mio miglior amico del liceo ('sta carogna aveva una Masetti classica e a 14 anni suonava da virtuoso) mi aveva sprezzantemente detto che non sarei mai riuscito a fare neanche un barrè.. Seeeee

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  5. Ah si...se imbracciavi una chitarra facevi il figo con le ragazze. Poi però c'era sempre qualcuno che se le cuccava. Mi sa che ero proprio un povero imbecille.

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    1. No max , dovevi solo capire "l'andazzo" e procurarti un amico che suonasse (peggio di te ) e passargli la chitarra al momento opportuno. Io ci ho messo del tempo , poi ho applicato la regola e vaiiiii ;-)

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    2. Io ho capito talmente poco l'andazzo che solo pochi anni fa una amica mi disse 'eravamo in diverse a farti il filo e c'eravamo anche accapigliate in tre, fuori dal locale dove suonavi. Ma tu eri talmente scemo che non l'hai mai capito'.. E son soddisfazioni. Maledizione.

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    3. Tornando alla Eko del filmato, non mi stupisce che sia suonata 'slide' in accordatura aperta. Di fatto, parrebbe il solo modo di evitare tendiniti e tirar fuori un suono che adesso chiamiamo 'bluesy', ma che all'epoca era sconfortante..

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    4. Proprio così...anche perchè con i fret imprecisi già in 4/5 posizione c'erano problemi di intonazione

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    5. Il mito dei chitarristi che acchiappavano le ragazze crollò definitivamente con l'uscita di questo celebre film. Dopo questa scena imbracciare una chitarra ad una festa non fu più la stessa cosa!

      [video]https://www.youtube.com/watch?v=8V_hCqO6UQs[/video]

      Animal House killed the party guitar stars!

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    6. Da questo punto di vista i pianisti erano inarrivabili. Se volevano sentire un po' di musica le ragazze dovevano far loro visita.. "Ciao! Vuoi vedere la mia collezione di ebano e avorio?"

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    7. Io sono della scuola di Stefano, quando mi accorgevo che la donzella di turno era cotta a puntino, o mollavo la chitarra ad un'altro, o in mancanza di chitarristi adducevo scuse del tipo: devo riposare un po' i calli delle dita, altrimenti non potrò suonare per settimane.... E via di pomicio!!!

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    9. HAHAHAHA! Però Mirco, tutto dipende da chi sta suonando in quel momento, immagina il chitarrista che si alza, due metri di Marcantonio, prende il Nerone distruttore per una caviglia, e gli fa fare la stessa fine dello strumento, chiosando il tutto con un: "Sorry" 😂😂😂😂

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    10. Quel film era il festival degli eccessi, oggi diremmo totalmente politically scorrect. Ma il punto è che in pochi secondi ha appiccicato a tutti i chitarristi l'etichetta di cascamorto palloso, di noioso guastafeste. Avevo un amico pure molto simpatico che ad ogni festa teneva banco con la chitarra, tutti intorno a cantare, le ragazze a lisciarselo. Dopo quel film, appena tirava fuori la chitarra a una festa partiva il coro di maschi "Bluto! Bluto!". Rovinato!

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  6. La mia prima chitarra è stata una "Napoli Antonino", che come forme non era molto dissimile, poi però una EKO del genere l'ho avuta anche io, la mia però era a spalla mancante e sul cartiglio riportava "P3", non so a cosa fosse riferito quel P3...bho?! poi passai alla Ranger 12, e mi sentii un chitarrista arrivato..... quanta acqua sotto i ponti....

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  7. Questa era la mia prima chitarra; era il 1979 ed avevo circa 18 anni. Me la compro' mio padre in un negozio di Salerno. Era una Melody e la pago' 100.000 lire. Aveva un bellissimo suono e i suoi accordi pieni ancora risuonano nelle mie orecchie. Poi rispetto alla simil classica da studio di mio fratello, con corde di metallo, che costava un 30.000 lire, la mia sembrava un Martin D45!.
    Peccato che quando mi venne la fissa per l' Home Computer, nel 1985, la vendetti per 30.000 lire per comprarmi un libro di informatica che parlava di microprocessori. Ma allora compravo qualsiasi cosa avesse nel titolo la parola "Computer". Ovviamente dopo tanti anni me ne sono pentito e ho cercato di riaverla, non fosse altro per ricordo di mio padre che e' morto nel 2009. Ma l' amico al quale le vendetti mi disse di averla buttata da anni perche' il manico si era trasformato in un arco! Ahahah!!! E te credo! Da quell' ignorante musicale qual era avra' sicuramente tirato il MI basso fino a spezzarlo nel tentativo di "accordarla"! I primi 3 tasti erano consumati, per le centinaia di volte in cui facevo "Il ragazzo della via Gluck" e "La canzone del Sole". Meno male che ne conservo qualche foto, tre mi pare, cosi' ogni volta che le guardo mi sembra di averla sempre ancora qui, con me.

    [img]https://s15.postimg.org/3lgga49vf/Melody.jpg[/img]

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  8. Ah, quello in foto sono io a 18 anni, con la dread Melody in spalla, e la coppola alla Celentano-Serafino (un paio di misure in meno).
    E le nocche della mano destra gonfie e callifughe a furia di rompere tavolette e tegole (l' altra mia passione di allora era il Karate).-

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