lunedì 18 maggio 2015

Il mondo del Dott. Segreto. Prima parte.

E' davvero difficile sintetizzare la giornata di emozioni che Max ed io abbiamo vissuto a Parma ospiti di Vincenzo. Dopo il sintetico rapporto del Rev, prevalentemente dedicato al mio stordimento per uno stupefacente Steinway & Sons Gran Concert (nonché alle mie imprese serali con la forchetta, strumento che manovro con molta più disinvoltura), proverò a raccontarvi gli eventi di quella giornata, iniziati con la visita alla sorprendente Casa del Suono e proseguiti alla Casa della Musica con l'emozionante concerto di Marcin Dylla, uno dei più strabilianti interpreti della chitarra classica.
Iniziamo dunque il racconto di quanto abbiamo visto, e soprattutto sentito, nel regno del Dott. Segreto. 

























Detta così la cosa sa di avventura misteriosa, ma in effetti i luoghi in cui opera il nostro amico Vincenzo Segreto offrono quanto di più affascinante si possa scoprire sull'avventura umana nel campo della musica e della riproduzione sonora.


La Casa del Suono è un laboratorio museale all'interno della splendida struttura seicentesca della ex Chiesa di Santa Elisabetta e ripercorre la storia degli strumenti di riproduzione musicale a partire dai primi fonografi di fine Ottocento, fino alle più moderne e avveniristiche tecniche di riproduzione sonora tridimensionale. Qui il Dott. Segreto - come lo chiamano con giusta deferenza gli operatori della struttura - ci ha guidato in un percorso espositivo dedicato alle tecnologie che hanno radicalmente modificato il rapporto tra uomo e musica non meno di quanto fece la stampa a caratteri mobili in campo scientifico, umanistico e letterario.
Raramente ci si sofferma sul fatto che il nostro odierno rapporto con la musica, mediato da onnipresenti strumenti di diffusione in grado di riprodurre musica ovunque e a nostro piacimento, è una condizione che accomuna solo le ultime cinque o sei generazioni nell'intera storia dell'uomo.
Fino alla fine dell'Ottocento la musica godeva di uno status speciale. La più magica e misteriosa delle Arti, invisibile e impalpabile, si manifestava solo tramite l'intervento del musicista, in grado di farla vivere solo nel luogo e nel momento del suo operato. Non oltre, non ovunque!
Ma soprattutto, ogni esecuzione musicale era un unicum irripetibile e se anche la condiscendenza del musicista avesse concesso una ripetizione, un "bis", quella musica non si sarebbe ripresentata uguale a se stessa, ma modificata da una infinita serie di fattori umani, tecnici e ambientali che rendevano semplicemente impossibile l'esatta ripetizione dell'evento ("Paganini non ripete!").

Questa è l'unica condizione in cui la musica si è manifestata nei secoli fino all'avvento dei primi sistemi meccanici di riproduzione sonora, quei macinini "antidiluviani" a tromba che non solo eliminavano di botto l'ineludibilità del musicista, ma trasformavano definitivamente l'evento musicale in un prodotto industriale di serie, seppure con gli enormi limiti acustici dei primi cilindri a cera e dei successivi dischi.
Da lì in poi la tecnologia applicata al suono ha modificato il nostro rapporto con la musica lungo tutto il Novecento, e se i primi fonografi rimandano alla ormai lontana Belle Epoque di una ricca borghesia entusiasta e fiduciosa nel progresso, le radio dei nostri nonni o i primi registratori Geloso ti aprono un mondo di teneri ricordi, mentre i registratori Revox multitraccia e i primi Walkman Sony, grossi come mattoni, ti strappano un divertito moto di sorpresa per quelli che allora erano i nostri agognati miti tecnologici. Una storia perfettamente narrata dalla Casa del Suono fino ai giorni nostri, attraverso una ricca esposizione di strumenti, documenti e reperti originali.

Ma la Casa del Suono va ben oltre la vocazione museale con un modernissimo laboratorio di ricerca acustica all'avanguardia nel mondo. 
I Lampadari sonori, ombrelli acustici che sovrastano la pianta quadrata della ex Chiesa di Santa Elisabetta in un impressionante contrasto tra passato e modernità, offrono una prima esperienza di ascolto tridimensionale creando una sorta di bolla acustica che moltiplica la spazialità della tecnologia sterofonica. L'esperienza è portata alle estreme conseguenze nell'avveniristica Sala bianca, dove non ci sorprenderemmo di trovare di guardia i soldati di Guerre Stellari.

Una volta entrati in questa scatola bianca rivestita di materiali fonoassorbenti, i pannelli che fungono da porta di ingresso si chiudono ruotando con un lieve sibilo e ci trova rinchiusi in un sofisticato spazio acustico che nasconde 189 altoparlanti pilotati da un software speciale. In questa sala è possibile andare oltre i tradizionali parametri del suono (altezza, durata, intensità e timbro) intervenendo su un quinto parametro: lo spazio, cioè l'esatta posizione delle fonti sonore in un panorama tridimensionale. Qui non solo è possibile ascoltare registrazioni con suoni che provengono realmente da ogni direzione, ma un musicista che volesse introdurre il parametro della spazialità in una sua composizione, potrebbe sperimentare il preciso posizionamento di ogni suono nello spazio grazie alla tecnologia Wave Field Synthesis creata dall'Università di Parma.

La ricerca è infatti una delle principali finalità della Casa del Suono, che non è solo un museo, ma un laboratorio in cui si possono sperimentare i più sofisticati sistemi di riproduzione sonora.
Ma purtroppo il tempo stringe e il Dott. Segreto dà l'ordine di riapertura della "gabbia". Fuori, dall'altra parte della strada, alla Casa della Musica, ci attende il concerto del chitarrista Marcin Dylla con posti riservati in prima fila, of course. E noi ci andiamo, di corsa!


Continua.




12 commenti:

  1. che ve possino , una giornata di alta classe , e noi poveracci a sbavarvi dietro....aspetto il seguito ;-)
    p.s.
    ma un video mentre "manovri" forchette e coltelli no ? Siamo cookers , e tu sembra che lo essi molto bene :DDD

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    1. impossibile. Sarebbe venuto mosso...troppo movimento di ganasce.
      Quello è un ristorante di assaggini, tavolate intere di assaggini, decine e decine di assaggini, un centinaio almeno di assaggini, tutti da provare. La perdizione.

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    2. tra l'altro, quell'ottimo ristorante dispone anche di un salone libero per eventi e di un albergo annesso... a Parma ci si arriva direttamente per autostrada o ferrovia senza cambi praticamente da tutta Italia... se un giorno volessimo andare oltre Sarzana... ;-)

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    3. meriterebbe, meriterebbe...anche se ammetto: sarebbe trooooppo comodo per noi emiliani.

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    4. Praticamente tutto il nord Italia sarebbe abbastanza "comodo", ma pure da centro e sud arrivare a Parma è molto più semplice che Sarzana. Anche in treno, al massimo un cambio a Bologna e senza salti mortali...

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  2. Che dire: invidia ... buona, sana invidia!
    Beh, quando mi capiterà di passare da Parma, di sicuro una visita alla "Casa del Suono" la voglio fare.
    Attendo la seconda parte.

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  3. Che bella esperienza.. e che splendida struttura.. prima o poi ci farò un giro..
    Ho visto che a parte lunedì e martedì è sempre aperto con orario continuato..
    Avanti con il resoconto sul concerto e sulle nicchie della Casa del Suono !!
    ;-)

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  4. Che spettacolo!!! In tutti i sensi, ma il Dott. Segreto in qualche modo fa parte dello staff che si occupa di questa struttura che si occupa del "suono ordinato" ovvero xella musica? :-)))))

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    1. certo che sì...e fa un mestiere invidiabile.

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    2. Ci lavora come dirigente (non so bene il ruolo esatto, responsabile, coordinatore o direttore).

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    3. Mi sale l'invidia!!!....... :-))))))

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